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giovedì 23 febbraio 2012

AVIDYA : QUANDO AJINA CHAKRA E' OCCLUSO


46 E giunsero a Gerico. E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47 Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 48 Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
49 Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». 50 Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51 Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!». 52 E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada. ( Mr 10,46-52 ) 

22 Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo. 23 Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». 24 Quegli, alzando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano». 25 Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa.26 E lo rimandò a casa dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio». (Mr 8,22-26)



I due racconti evangelici ci parlano di due "cecità" esteriori ed interiori ad un tempo . Il tema della cecità è ri-corrente un pò in tutte le tradizioni spirituali sia di oriente che di occidente e contrassegna normalmente lo stato di " ignoranza spirituale " ( Avidya ) di molti uomini e donne catturati nelle maglie della vista della mente egoica inferiore ( Maya / Matrix ) interessata solo ad un "ri-ferimento" esterno , rimanendone abbagliata al punto di sviluppare una vera e propria cecità sia fisica che metafisica ad un tempo . E' significativo che nello Yoga uno degli otto passaggi ( Astangha ) è costituito dalla pratica del " Pratyhara", (ritiro dei sensi dal mondo esterno) con l'abbassamento delle palpebre per favorire il ri-volgimento dell'attenzione nel " mondo interno " spirituale . Il mito greco di Medusa che con lo sguardo "pietrificava" chi osasse guardarla , ci parla in altra maniera della stessa cosa , cioè : della cecità che coglie quanti non s'inoltrano nel mondo interiore per incontrare il Vero Sè , l'unico che dona la "vera vista " attraverso "Vidya" (conoscenza spirituale). Un mito molto attivo ai nostri giorni , che vedono moltitudini di uomini/donne captati da cellulari , televisioni , spettacoli continui , vaccinati quindi contro ogni possibilità metafisica e alla fine ..."PIETRIFICATI" , cioè : paralizzati spiritualmente , accecati dalla Medusa dai capelli serpentini ( caos delle passioni interiori ).

In queste condizioni si trovano i due ciechi del racconto incontrati da Gesù , non già " pietre vive" , ma pietrificati  , Gesù opera con loro seguendo due tecniche differenti . Nel primo episodio ( Mr 8,22-26) , il cieco ha un nome , si chiama Bartimèo , e il Signore lo fa urlare , sgolare fino allo sfinimento . Ci si chiederà , ma perchè aspetta tanto il Maestro per soccorrerlo , facendo perfino finta di non sentirlo , al punto che saranno i suoi accompagnatori a condurglielo davanti ? Il Maestro non tratta gli esseri umani come se fossero stampati con un "clichè" stereotipato . 

Sa bene ( il Maestro) come sono fatti gli uomini/donne e sa che ogni individuo è diverso dall'altro ,  essendo Egli il Verbo che li ha creati . Nel caso di Bartimèo , il maestro desidera "coinvolgere" anche i suoi accompagnatori nell'opera della "redenzione" . I miracoli , nei vangeli , non sono opere fini a se stesse effettuati per "impressionare" la platea con la potenza di Dio , ma sono eventi "salvifici" operati per produrre un insegnamento , una " katechesis" (dal greco ri-sonanza) che lasci il "segno" indelebile sia a chi li subisce , sia a chi ne è testimone .

Bartimèo ha chiaramente l'Ajina-Chakra ( terzo occhio = vista interiore = spirituale =metafisica) chiuso . Il terzo occhio situato simbolicamente all'altezza della fronte , fra le arcate sopraciliari , è la sede del " principio paterno " spirituale , in opposizione al " Muladhara Chakra " , alla base della colonna vertebrale ( Sushumna ) sede del " principi materno" materiale . Quella cecità interiore si è "somatizzata " anche a livello esteriore , quindi cammina sulla strada come un "viandante" senza mèta e ogni sentiero ( darshan =  via spirituale ) è uguale all'altro , che si traduce in un camminare a vuoto . 

Quando bartimèo percepisce il passaggio (pasquale) del VERO SE' tra gli uomini/donne inizia a "urlare" , cioè concentra (dharana) tutta la sua energia interiore su " Vishuddi Chakra " , il centro della gola , urla insistentemente al punto da essere redarguito dagli accompagnatori di Gesù , che , dal canto suo , vuole che la disperazione di Bartimèo arrivi al massimo , come quella di Pietro quando rischiò di "affogare" nell'acqua e chiese al Maestro  di salvarlo ; non solo ma desidera (Gesù) che quella disperazione sia avvertita anche dai suoi discepoli che finiscono per raccogliere quel grido . Si può dire che insieme al cieco e al Signore , ci sia un terzo protagonista e cioè : la VOCE !

Dio chiede una sola cosa all'uomo/donna e cioè : < Insediami sul tuo trono interiore >  !
Quando la VOCE di questa richiesta giunge a Lui , il Signore è ben felice di accorrere , perchè gli uomini/donne sono impastati di Dio e non possono vivere gli uni senza l'Altro e viceversa . La VOCE è protagonista sul monte Tabor  : < Questo è il figlio prediletto ...ascoltatelo > ; la VOCE è protagonista nel deserto con il Battista : < voce di uno che grida nel deserto > ; la VOCE di Dio e la VOCE degli uomini s'incontrano in Vishuddi Chakra , l'apparato faringeo è il luogo di ri-sonanza della voce verbificata dalla presenza dell'IO SONO !


Appena quella voce ri-suona in Bartimèo , egli si alza in piedi , diventa spiritualemente attivo , abbandona il Muldhara Chakra su cui stava "tamasicamente" seduto e la sua invocazione < Gesù , figlio di Dio , abbi pietà di me > , diventerà la preghiera preferita dell'esiscasmo dei primi eremiti del deserto ( II-IV° sec. d.c.) , accompagnandosi al ritmo respiratorio , il PRANAYAMA cristiano , nasce con questa invocazione .


Anche il secondo cieco della storia viene condotto a Gesù , ma in questo caso è il Maestro a prendere l'iniziativa ; infatti Gesù lo prende per mano e lo < conduce fuori dalla città > , impasta la saliva con la terra e gliela pone sugli occhi ; la visione non è istantanea e richiede un ulteriore intervento , dopo di che la vista si schiude nitida e Gesù invita il "redento" a < non tornare più nel suo villaggio > , ormai la sua vista ( del cieco) non può più nutrirsi delle "vecchie categorie " mentali e neuronali del luogo di provenienza , nell'ex cieco è nata "VIVEKA" (in sanscrito = discernimento) egli (il cieco) ora vede e valuta con altre categorie che operano alla luce dello spirito e non più del "mondo" egoico della mente inferiore , il vecchio "io" è abbandonato e il nuovo ha bisogno di un "cenacolo" in cui essere coltivato e nutrito , cose che il vecchio "villaggio" non più offrire , e alla fine risulterebbe perfino dannoso ; infatti la sua religiosità è di maniera , cerimoniale , ritualistica , NORMOPATICA ( vedi il significato di questa parola sul mio Blog in merito ) , lì il cieco guarito può diventare solo un "diverso" non potendo condividere la sua fede in modo adeguata . In lui , Dio è salito in trono, in quelli del villaggio è finito sotto i loro piedi e l'ex cieco , con un Dio vivo interiore dentro , sarebbe costretto a convivere accanto ad un idolo e Dio , si sa , non è un Dio dei morti , ma il un Dio dei VIVI , categoria della quale i due ciechi della storia ormai sono venuti a far parte , senza possibilità di ritorno !
Sono RI-NATI !


Yogacharya Eknathananda

lunedì 20 febbraio 2012

CENERI : IL RESIDUATO KARMICO DEL REFRAMING


Con l'espressione Mercoledì delle Ceneri (o Giorno delle Ceneri o, più semplicemente, Le Ceneri), si intende il mercoledi precedente la prima domenica di Quaresima che, nelle chiese cattoliche di rito romano e in alcune comunità riformate, coincide con l'inizio stesso della Quaresima, ossia il primo giorno del periodo liturgico "forte" a carattere battesimale e penitenziale in preparazione della Pasqua cristiana. In tale giornata, pertanto, tutti i cattolici dei vari riti latini sono tenuti a far penitenza e ad osservare il digiuno e l'astinenza dalle carni. Proprio in riferimento a queste disposizioni ecclesiastiche sono invalse alcune locuzioni fraseologiche come carnevale (dal latino carnem levare, cioè "eliminare la carne") o martedì grasso (l'ultimo giorno di carnevale, appunto, in cui si può mangiare "di grasso").
La parola "ceneri" richiama invece in modo specifico la funzione liturgica che caratterizza il primo giorno di Quaresima, durante la quale il celebrante sparge un pizzico di cenerebenedetta sul capo o sulla fronte dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per spronarli all'impegno penitenziale della Quaresima. Per questo il rito dell'imposizione delle ceneri prevede anche la pronuncia di una formula di ammonimento, scelta fra due possibilità: «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai» oppure «Convertiti e credi al Vangelo».

A chi si fosse  recato in India , può essere accaduto di vedere lungo le strade strani personaggi , quasi nudi , e ricoperti di uno strato di polvere bianca "cinerea "( Vibhuti) distribuita su tutto il corpo . Si tratta dei " Sadhu " che praticano il " Sannyasa " ( rinuncia al mondi Maya e alle sue illusioni ) ; essi spogliatisi di tutto , fino a rimanere nudi , come San Francesco che si spogliò nudo in mezzo alla piazza di Assisi davanti ai genitori e ai cittadini sconcertati , praticano la più completa povertà , sono morti al "mondo" illusorio della mente egoica inferiore ( Matrix / Maya ) ed esso  ( Matrix / Maya ) è morto per  loro che , spogliandosi , si non invece ri-vestiti di cielo . La " cenere " cosparsa suol loro corpo simboleggia il residuo karmico derivato dalla combustione della loro ascesi (tapas) .

Essi , i sadhu , sono impegnati in un "combattimento spirituale " attuato con regimi "alimentari" adeguati , come pasti frugali , digiuni , silenzio e preghiera o meditazione , perchè nel corpo sono inscritte forze "psichiche " molto potenti nutrite con abbondanza da Matrix / Maya , che ha creato in loro , come in noi , delle " forze di abitudine " (sinapsi ) correlate in una " rete neuronale " che ingabbia e blinda l'uomo/donna di ogni tempo . Per uscirne è necessario praticare quindi "tapas" (ascesi) , sviluppando quell "ardore spirituale"che comporta la combustione del "karma passato" e permette l'instaurarsi della vita divina , celeste , la ri-nascita , la trascendenza , e l'esaltazione del VERO SE' , coperto sotto la "polvere" di Avidya , l'ignoranza spirituale .

Molte vite di santi e mistici occidentali ci parlano di un "percorso" spirituale analogo , che comporta inevitabilmente l'inocntro con la propria " OMBRA " , così come accadde a Cristo , appena entrato nel deserto dopo il battesimo nel Giordano da parte del Battista , che incontrò il Satana ed le sue proposte ; come accadde al Buddha stesso con il demone Mara , che lo tentò con le stesse proposte di satana e cioè :  Potere , Successo , Denaro , i tre baluardi del potere illusorio della  mente egoica inferiore ed istintuale !

Come hanno sconfitto questo demone Gesù , Buddha , e tanti altri santi e sadhu venuti dopo di loro ? Semplicemente con il " digiuno " e la " preghiera o meditazione " . La mente egoica inferiore (matrix / maya ) quando rimane senza ri-conoscimento è "persa " , le sue tentazioni non attecchiscono più , il "deserto" del corpo , della parola , del silenzio diventa la sua "dannazione " e l"UMILTA'" , di cui la cenere è simbolo , rappresenta il " colpo di grazia " , il "dualismo" rappresentato dalle "corna" del diavolo ne esce sconfitto , l'uomo/donna sono ri-condotti ad "unità " , quando si chiude la porta all'ego inferiore , i "cieli " interiori dell'anima si aprono e la "colomba " ( haimsa ) dello Spirito Santo VOLA ; IL VERO SE' viene liberato ( Moksa = liberazione dall'ego inferiore = jiva) .

Anche la ben nota fiaba di " CENERENTOLA " ci parla di questa liberazione ; infatti le cenere nel contesto della fiaba rappresenta non solo l'umiltà della fanciulla , ma anche l'importanza della sua vita interiore , per nulla legata agli  "status symbol " di cui si ammantano le sorellastre , catturate invece dai miraggi esteriori di matrix/maya. La stessa vicenda della umile fanciulla che si trasforma in principessa , non vuole essere il paradigma del cedimento a quei "falsi valori" in cui si crogiola il narcisismo malato delle sorellastre , quanto il " RIFULGERE " del VERO SE' , della divina natura regale di cui ogni uomo/donna è portatore . In fondo quel "infilare" la scarpetta di cristallo , che ha fatto almanaccare le ipotesi più disparate e le fantasie sessuali di non pochi interpreti , che altro è , se non la ri-trovata , primigenia e trasparente "cristallina " forma ( = Rupa ) originaria , cioè : SWARUPA ( Forma Celeste ).

Il pellegrinaggio quaresimale del sadhu , quindi si propone come "ritorno"( in ebraico Teshuvà) al "volto" originario , divino , sostituito purtroppo dalle "maschere" che popolano il carnevale ; infatti la parola greca "a-martia " , impropriamente tradotta con la parola "peccato" , vuole significare  (a =) senza (martia =) bersaglio , cioè : mancare il bersaglio , consistente nel recupero della propria immagine e somiglianza con il divino , per cui l'invito di < convertitevi e credete al vangelo > diventa ad un tempo , invito al ri-torno e a non mancare il bersaglio , con l'ausilio del "ritiro dei sensi " ( = pratyhara ) dal mondo illusorio , dal suo carnevale e a identificarsi con il VERO SE (vangelo ) . Il risultato sarà un bel mucchio ......di CENERE !

Yogacharya Eknathananda




sabato 11 febbraio 2012

LA TORRE DI BABELE : IL TENTATIVO DI FARSI UN NOME SENZA REFRAMING





«  Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra". Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro possibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro". Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. » ( Gn 11,1-9)


Babele è un termine utilizzato nel linguaggio comune come sinonimo di "caoticità" , confusione , ecc...ecc..a ricordo del biblico episodio della dis-struzione della torre costruita dagli uomini per raggiungere il cielo e "farsi" così un "nome" ( in ebraico : Shem) , una "fama" . Il termine (babel) in ebraico significa : porta di Dio.
Quella torre , nelle intenzioni degli uomini di allora , doveva infatti costituire un "portale" di accesso alla divinità costruito dall'uomo/donna . L'episodio si trova perfettamente in "linea" con stessa pretesa operata dai progenitori adamitici prima ; dai "giganti" < che si unirono a figlie di uomini causando il "diluvio" ; insomma un guaio dopo l'altro ogni volta che l'uomo/donna (io empirico) tenta di impossessarsi e sostituirsi al " Vero Se " trascendentale , affidandosi più ad un "principio di costruzione" (< facciamoci mattoni e cociamoli al fuoco > ) che ad un principio di "crescita " in quanto "coltivatore e custode " del giardino terrestre (paradesha=paradiso) , ruolo cui era stato deputato per volere divino . Invece che servirsi dell'Albero della vita ( Vrksana = luogo d'incontro e di dialogo con il Vero Se divino ) , preferisce l'uomo affidarsi alla "tecnologia"...ovvero i mattoni !


Da giardiniere divino (l'uomo/donna) si trasforma in "muratore" , ma ahimè un "fulmine" (principio secco) distrugge la sua torre egoica bloccando la sua "crescita ". Ancora una volta l'uomo/donna tenta di "by-passare" il Vero Se utilizzando una "tecnica" costruttiva , prodotta dall'io empirico , genitore di "gigantismo" egoico così tante volte incarnatosi nei faraoni , nei Fuhrer , negli Erodi , nelle ideologie di sinistra e di destra , nelle religioni fondamentaliste , negli imperi della storia con un seguito abnorme di tragedie pur < di farsi un nome >.


Quella di babele , non è un "ascesi" positiva ( tapas ) tesa a scambiare il buono per il meglio , ma all'opposto un'ascesi "negativa" determinata da << Ahamkara , sentimento dell'Io , dovuto ad "avidya" , ignoranza spirituale , causata dal potere di proiezione (viksepa-shakti) e che consiste nell'identificazione illusoria del " Vero Se "( Atman) con l'io empirico , come è chiaramente attestato dalla rivelazione delle Scritture ( Shruti) , dall'esoerienza autentica diretta ( pratyaksha) , dalla tradizione scritta (smriti)...>> ( Shankara IX° sec. d.c)


E' il desiderio (tanha) generato dall'ignoranza "avidya" , che consiste nell'attribuire il ruolo centrale ad una costruzione mentale illusoria dell'Io empirico......
Il percorso psicoterapeutico può diventare l'occasione per ri-vedere nella memoria i fotogrammi di quelle volte in cui i "fulmini" si sono abbattuti sulle nostre "costruzioni" ideologiche , politiche , finanziarie , sentimentali , affettive , sociali , educative e potremmo leggere in essi i "fallimenti" come una mancata attuazione di " REFRAMING" , che però......è sempre possibile per ri-prendere a "crescere" coadiuvati dalla Grazia del Vero Se trascendentale ; infatti una torre , una piramide , un grattacielo , richiedono fatiche da "muratori" del piccolo/ego/faraone empirico . Un albero , un fiore , una pianta semplicemente , senza sforzo , perchè Prakriti ( natura ) e Purusha ( spirito) sono in unione dentro di loro e...danzano la gioia divina !


Yogacharya Eknathananda






sabato 4 febbraio 2012

GIOBBE : IL REFRAMING DI UN...UOMO E DI UN DIO NORMOPATICI

Eh si , Giobbe , il paziente Giobbe ( ma poi non è tanto vero e vedremo anche il perchè , è un tranquillo "NORMOPATICO " ( vedi mio Blog su specifico argomento : la NORMOPATIA ) ; infatti vive una vita di sereno tran tran quotidiano , contornato da una numerosa famiglia , vive in una bella fattoria composta di armenti in numero cospicuo , insomma quello che oggi definiremmo un ricco possidente ! Vive coccolato da un nutrito stuolo di servitori , se ne sta comodamente nel suo "muladhara chakra " ,  il centro energetico che collega ai beni materiali , il primo centro attraverso il quale ri-ceviamo la prima energia , quella della madre e visto come sono andate  le cose nel suo caso ( di Giobbe ) si de-sume che egli  ne ha ricevuta tanta in abbondanza .

Aggiungasi che Giobbe è un credente , ma un credente "normopatico" , dedito ad una religione inquadrata anch'essa nell'ambito di una cerimonialità meccanica , di facciata , praticata da molti " atei pratici" , appartenenti questi a quella categoria molto nutrita di quanti si dicono credenti a parole , ma di fatto praticamente atei , di quelli che affermano di credere in Dio , ma che si guardano bene di farsi coinvolgere minimamente dal Dio o dalla divinità in cui credono e così ad ottemperare quanto è loro ri-chiesto dalla osservanza non solo teorica , ma anche pratica , che quella credenza comporta .

Anche il suo Dio che lo  guarda dal cielo è contento di questa sua religiosità settimanale , in fondo anche Lui è un Dio " NORMOPATICO" , degno di cotale credente . Entrambi ( Giobbe e il suo Dio ) sono contenti l'uno dell'altro , tenendosi ben a distanza di "coinvolgimenti" più pericolosi . Addirittura il Signore si compiace di Giobbe ( consiglio la lettura di questo testo biblico , ci ha scritto un libro intero anche S. Freud ) e indovinate con chi si intrattiene a colloquio per esprimere questo suo compiacimento ? Impensabile , incredibile , proprio con quell'invidioso del diavolo , con Satana in persona . Il libro comincia proprio così ,  con il Signore che si compiace di Giobbe con  Satana , pensate un pò  . 

Ma Satana sornione e buon conoscitore degli uomini , essendone la loro "ombra" rimossa , dice papale , papale ( i papi ovviamente ancora non c'erano stati ai tempi di quel colloquio , sarebbero venuti dopo , brrrrrrr ) al principale che Giobbe gli vuole bene perchè se la passa bene , ma se il Signore lo lascia lavorare per procurargli un pò di fastidi , gli avrebbe dimostrato che Giobbe era un "interessato" e una volta perduto tutto lo avrebbe abbandonato . Il Signore gli da il permesso di agire e per Giobbe si apre una catena di guai che lo porterà alla catastrofe economica , esistenziale e da ultimo fisica , in quanto colpito dalla lebbra , dopo aver perso i beni materiali , i figli , la moglie , il bestiame , ecc...ecc....

Giobbe viene avvicinato da tre individui , rappresentanti della religione "legale" , istituzionale , quelli della teologia ortodossa , che gli vogliono dimostrare le sue colpe e le sue mancanze , ai quali Giobbe replicherà con la famosa risposta : < Nudo sono uscito da mia madre e nudo ri-torno alla terra , il Signore da , il Signore toglie > .
Inizia una logorroica diatriba fra i quattro in cui Giobbe , spinto dal suo dramma scende sempre più entro se stesso e in profondità , incalzato dalle sventure procurate dall' ombra/satana . Con queste parole Giobbe si trasforma in un "vero" religioso , in un verace " Sannyasi " (rinunciante) , spogliandosi di tutto , uscendo dalla ignoranza (avviluppante) di Matrix/Maya , che spaccia per "vere" le false proiezioni della mente egoica inferiore . Giobbe realizza che all'uomo nulla appartiene in eterno su questa terra , nulla si può possedere definitivamente , da qui inizia la vera religiosità , che è una iniziazione all"altro mondo"; infatti una volta che questo "mondo" è compreso come semplice sogno , l'altro si schiude davanti a te .


Questa e non altro è il vero "teshuvà" ( pentimento ) in ebraico ) , il "ri-trovamento" del proprio essere interiore ontologico . Un pentimento troppo spesso frainteso con quella che è una semplice "ri-parazione" psicologica della propria maschera "contraffatta " . La " vera conversione " da accesso al ri-trovamento del " Vero Volto " , quello di Dio e Dio , quello vero e non contraffatto , gioisce di questo ri-trovamento insperato , proprio grazie a Satana che ha snidato Giobbe dal suo "sonno spirituale " ( Avidya ).

Non si tirerà indietro Giobbe , non si rin-chiuderà infantilmente in se stesso adducendo le sue sventure alla mala-sorte , non addosserà ad altri le responsabilità personali . Da ultimo verrà affiancato da un "misterioso" personaggio ( Eliu ) che prenderà le sue difese e dimostrerà agli altri tre l'inanità e la superficialità della loro religione . Il satana/ombra ha fatto sollevare dentro Giobbe il " Leviatano " , il mostro biblico , forza mostruosa , che permette però  al nostro di "liberarsi" di quel Dio falso e normopatico che si portava dentro approdando al vero DIO INTERIORE , anche Lui liberato dal Dio Normopatico precedente , quello del colloquio con Satana . Facendo terapia a Giobbe , Dio la fa anche a se stesso . Dio si auto-percepisce come Dio attraverso l'illuminazione ( Diksha ) di Giobbe il suo "eletto " , portatore del " Nome " ( Sem in ebraico) . 


Al termine della sua vicenda Giobbe affermerà : < Prima conoscevo Dio per sentito dire , ora ne ho fatto l'esperienza > . Giobbe ora è un vero Yoghi , dopo aver praticato "Svadhiyaya"  ( studio di se e delle sacre scritture ) ha abbandonato il "tamasico" muladhara e si è trasferito in Ajina chakra , il terzo occhio aperto dal Samadhi ( = stato unitivo) , ha sperimentato quello che aveva ignorato per tanto tempo , cioè : di essere Dio da sempre ...Ora losa ! E dentro di lui...anche Dio lo sa ! 

Yogacharya Eknathananda