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mercoledì 30 novembre 2011

IL SEGRETO DELLA MEDITAZIONE

                                                  

Quando desideri qualcosa, la tua gioia dipende da quella cosa. Se ti viene portata via, ti senti infelice; se ti viene data, sei felice, ma solo per un momento. E anche questo va compreso: quando un tuo desiderio è appagato, solo per un istante ti senti felice. È qualcosa di fuggevole, poiché, una volta realizzata una cosa, subito la mente si mette di nuovo a desiderare di più, a volere qualcos’altro.

La mente esiste nel desiderio, per questo l’uomo non potrà mai vivere senza desiderare. Se sei privo di desiderio, la mente muore immediatamente. Il segreto della meditazione è tutto qui!

Un imperatore stava uscendo dal suo palazzo per farsi una passeggiata mattutina, quando incontrò un mendicante.

L’imperatore gli chiese: “Cosa vuoi?” Il mendicante disse: “Prima di chiedermelo, pensaci due volte!” L’imperatore non aveva mai visto un uomo la cui presenza fosse tanto potente, sembrava un leone. Aveva combattuto, aveva vinto, aveva sempre affermato la sua superiorità e il suo potere, ed ecco che un semplice mendicante gli diceva: “Pensaci due volte, prima di farmi una simile domanda, perché potresti non poter appagare il mio desiderio!”

L’imperatore disse: “Non preoccuparti, quello è un mio problema; chiedi ciò che vuoi e io esaudirò ogni tuo desiderio!”

Il mendicante disse: “Vedi la mia ciotola da elemosina? Voglio che sia riempita. Non importa come, la sola condizione è che venga riempita fino all’orlo. Puoi ancora tirarti indietro, ma se lo vuoi, puoi rischiare…”.

L’imperatore rise. Una semplice ciotola… e quell’uomo lo ammoniva? Disse al suo primo ministro di riempire quella ciotola di diamanti, per far vedere a quel mendicante con chi stava parlando.

E il mendicante disse ancora: “Pensaci bene!” E ben preso fu evidente che il mendicante aveva ragione, perché nel momento in cui i diamanti vennero versati nella ciotola, svanirono nel nulla.

La notizia si diffuse in un baleno nella capitale: migliaia di persone accorsero per osservare ciò che stava succedendo… e quando tutte le pietre preziose furono finite, il re disse: “Portate tutto l’oro e l’argento, portate il mio tesoro! Il mio regno, la mia dignità e la mia parola sono state sfidate!” Ma a sera tutto era scomparso e non restavano che due mendicanti: uno era l’imperatore di un tempo!

E l’imperatore disse: “Prima che ti chieda perdono per non aver ascoltato il tuo ammonimento, per favore puoi dirmi il segreto di questa ciotola?”

E il mendicante spiegò: “Non c’è alcun segreto. L’ho ripulito per farlo sembrare una ciotola, ma si tratta di un cranio umano: qualsiasi cosa vi riversi, scompare”.

Questa storia è incredibilmente significativa. Non hai mai pensato alla tua ciotola per elemosine? Tutto scompare – potere, prestigio, rispettabilità, ricchezze – tutto scompare e la tua ciotola continua ad allargare la bocca per avere di più. E quel “di più” ti allontana dal presente. Il desiderio, l’aspirazione a raggiungere qualcos’altro ti sottrae al momento presente.

Al mondo esistono solo due tipi di persone: la maggioranza rincorre le ombre, e le loro ciotole staranno con loro, fino a quando non entreranno nella tomba. E una piccolissima minoranza, uno su un milione, smette di correre, lascia cadere tutti i desideri, non chiede nulla – e all’improvviso scopre che ogni cosa è già dentro di lui, e lo ricolma.

( da un racconto di Osho )

INNO AL SOLE DEL FARAONE AKHENATON



I Tu ti ergi glorioso ai bordi del cielo, o vivente Aton ! Tu da cui nacque ogni vita. Quando brillavi dall'orizzonte a est riempivi ogni terra della tua bellezza sei bello, grande, scintillante, Viaggi al di sopra delle terre che hai creato, abbracciandole nei tuoi raggi, tenendole strette per il tuo amato figlio (Akhenaton). Anche se sei lontano, i tuoi raggi sono sulla Terra; Anche se riempi gli occhi degli uomini, le tue impronte non si vedono.
II Quando sprofondi oltre il confine occidentale dei cieli la terra è oscurata come se fosse arrivata la morte; allora gli uomini dormono nelle loro stanze, il capo coperto, incapaci di vedersi tra loro; vengono loro sottratti i tesori da sotto la testa e non lo sanno. Ogni leone esce dalla sua tana, tutti i serpenti emergono e mordono. Il buio è totale e la terra silente: Colui che li ha creati riposa nell'orizzonte.
III La terra si illumina quando sorgi Con il tuo disco scintillante di giorno. Davanti ai tuoi raggi l'oscurità viene messa in fuga il popolo delle Due Terre celebra il giorno, tu lo svegli e lo metti in piedi, loro si lavano e si vestono, Sollevano le braccia lodando il tuo apparire, poi su tutta la terra cominciano il loro lavoro.
IV Le bestie brucano tranquille, gli alberi e le piante verdeggiano, gli uccelli lasciano i loro nidi e sollevano le ali lodandoti: Tutti gli animali saltellano sulle zampe tutti gli essere alati volano e si posano di nuovo tornano alla vita quando tu sorgi.
V Le navi salpano su e giù per il fiume. Alla tua venuta si aprono tutte le strade. Di fronte al tuo volto i pesci saltano nel fiume. I tuoi raggi raggiungono l'oceano verde. Tu sei colui che mette il seme maschile nella donna, tu sei colui che crea il seme nell'uomo, tu sei colui che risveglia il figlio nel ventre ella madre, accarezzandolo perché non pianga. Anche nell'utero sei la sua balia. Tu dai respiro a tutta la tua creazione, aprendo la bocca del neonato, e dandogli nutrimento.
VI Quando il pulcino cinguetta nell'uovo gli dai il respiro perché possa vivere. Tu porti il suo corpo a maturazione in modo che possa rompere il guscio. E così quando lo rompe corre sulle sue zampette, annunciando la sua creazione.
VII Quante sono le tue opere! Esse sono misteriose agli occhi degli uomini. O unico, incomparabile dio onnipotente, tu hai creato la terra in solitudine come desidera il tuo cuore, gli uomini tu hai creato, e le bestie grandi e piccole, tutto ciò che è sulla terra, e tutto ciò che cammina, tutto ciò che fende l'aria suprema, tu hai creato strani paesi, Khor e Kush e anche la terra d'Egitto, tu metti ogni uomo al posto giusto con cibo e possedimenti e giorni che sono contati. Gli uomini parlano molte lingue, sono diversi nel corpo e nella pelle, perché tu hai distinto popolo da popolo.
VIII Negli Inferi tu sai sì che il Nilo straripi, conducendolo a tuo piacimento a portare vita agli egizi. Anche se tu sei signore di tutti loro, signore delle loro terre, ti affatichi per loro, brilli per loro, di giorno sei il disco solare, grande nella tua maestà, anche alle terre lontane hai portato la vita, stabilendo per loro un'inondazione del Nilo nei cieli, che cade come le onde del mare bagnando i campi su cui abitano. Quanto eccelse sono le tue vie, o Signore dell'eternità! Hai stabilito un Nilo nei cieli per i forestieri. Per il bestiame che cammina ogni terra, ma per l'Egitto il Nilo sgorga dall'aldilà. I tuoi raggi nutrono campi e giardini. È per te che vivono
IX Tu fai le stagioni per il bene delle tue creature, l'inverno per rinfrescarle, l'estate perché possano gustare il tuo calore. Hai creati cieli lontani in cui tu possa risplendere. Il tuo disco nella tua solitudine veglia su tutto ciò che tu hai fatto apparendo nella sua gloria e brillando vicino e lontano. Dalla tua unicità dai corpo a milioni di forme città e villaggi, campi, strade e il fiume. Tutti gli occhi ti osservano, lucente disco del sole.
X Non c'è nessuno altro che ti conosca tranne Akhenaton, tuo figlio. Gli hai dato comprensione dei tuoi intenti. Lui capisce il tuo potere: Tutte le creature del mondo sono nelle tue mani, proprio come tu le hai fatte. Con il tuo sorgere, esse vivono. Con il tuo tramontare, esse muoiono. Tu stesso sei la durata della vita. Gli uomini vivono attraverso di te. I loro occhi ricolmi di bellezza fino all'ora del tuo tramonto. Ogni fatica viene messa da parte quando tu sprofondi a ovest.
XI Tu hai stabilito il mondo per tuo figlio, lui che è nato dal tuo corpo, Re dell'Alto Egitto e del Basso Egitto, che vive nella verità, Signore delle Due Terre, Neferkhepure, Wanre il Figlio di Re, che vive nella verità, Signore dei Diademi, Akhenaton grande nella lunghezza dei suoi giorni. E per la Nobile Moglie del Re lei che lui ama, per la Signora delle Due Terre, Nefernefruate-Nefertiti, possa lei vivere e fiorire per l'eternità.

LA RELIGIONE DEL FARAONE / DIAVOLO




"...Offrite sacrifici al vostro Dio nel paese..." (Esodo 8:25).

La prima proposta di Faraone a Mosè può essere definita: L'OFFERTA DI UNA RELIGIONE NEL MONDO.
L'astuto monarca non si oppone all'esercizio di un culto o alla pratica di una liturgia, ma vuole che il popolo d'Israele rimanga in Egitto / matrix . Anche il diavolo viene a noi con la stessa offerta e dice: - Potete avere la vostra religione; anzi scegliete pure la denominazione più gradita al vostro cuore: confessatela, praticatela, predicatela..., MA RIMANETE NEL MONDO.
Cristo è venuto per liberarci dal mondo / matrix; il diavolo ci combatte per farci rimanere nel mondo; Cristo è venuto per offrirci la "Redenzione", ma il diavolo / ombra ci propone una religione che ci mantenga nella schiavitù, cioè sotto il suo diretto dominio.
Abbiamo veduto in ogni luogo e in ogni epoca intere folle di religiosi vivere nel mondo e assieme al mondo e questo ci dimostra che si può facilmente avere una religione e rimanere nel mondo; Il nome della religione può anche cambiare e non essere soltanto "Cattolica", "Anglicana" o "Metodista", per riferirci alle domande di John Wesley all'angelo, ma può essere Battista, Luterana, Episcopale, Pentecostale , Buddista , Taoista , Confuciana , ecc , ...: un‘etichetta non indica sempre il contenuto di un recipiente.
Il diavolo viene a noi e ci dice: Vuoi essere religioso? Vuoi essere membro di chiesa? Vuoi appartenere ad una comunità ? Puoi esserlo liberamente, anzi io ti aiuterò ad essere attivo, zelante e fervente...a condizione però che tu rimanga nel mondo. E se noi siamo disposti a seguire la corrente del "presente secolo" e a rimanere schiavi delle consuetudini e dei piaceri mondani, il diavolo firmerà un patto di pace con noi e ci permetterà di avere i "nostri articoli di fede", la nostra liturgia, le nostre attività  religiose" continuando però ad annoverarci fra i cittadini del suo regno di tenebre e di peccato.
Purtroppo, molti, in ogni secolo, hanno accettato questo accordo infernale e anche nella nostra generazione non sono pochi coloro che sono scesi a patti col diavolo, e se noi vediamo chiese o credenti contaminati dalla mondanità imperante è soltanto perché il "triste trattato" è stato concluso.
Faraone è riuscito a convincere che è possibile offrire sacrifici a Dio "nel paese" e per questa ragione incontriamo moltitudini di persone, di ogni confessione denominazionale, che fanno professione di religiosità pur accettando e vivendo quelle realtà visibili che sono in aperto contrasto con la religione stessa , in questo consiste il “ fariseismo” di ogni religione .
Ma se vogliamo godere la redenzione cristiana dobbiamo essere decisi nel resistere al diavolo e nel dirgli come Mosè disse a Faraone: - "Non è convenevole far così"... Colui che è venuto a redimerci vuole che usciamo dal mondo e dalle contaminazioni; Egli ci ripete con le parole del profeta: - "Esci di fuori Babilonia: o popol mio ed io ti accoglierò".
Noi non siamo più del mondo perché siamo stati liberati dal mondo per essere costituiti pellegrini del cielo; senza una città stabile e senza un luogo fisso di dimora dobbiamo seguire il Figlio dell'uomo, Gesù, che non è del mondo e che del mondo ha rifiutati i piaceri, la ricchezza e la gloria.
Il pellegrinaggio impone la rinuncia ad una residenza ferma e perciò non può essere accettato ed esercitato da coloro che vogliono rimanere nel paese e vivere dove hanno sempre vissuto. Abramo, per essere pellegrino di Dio accettò di lasciare Ur dei Caldei perché quel paese idolatra non poteva essere culla della sua fede. Oggi coloro che vogliono essere cristiani devono rifiutare l'offerta del Faraone infernale e devono uscire totalmente, incondizionatamente da quel luogo di schiavitù e di contaminazione che la Scrittura chiama "mondo" (= matrix)  oppure "presente secolo"; soltanto dopo aver lasciato alle spalle il luogo della schiavitù e aver deposte le catene spezzate, il credente potrà rendere un culto di adorazione puro al nome dell'Eterno.
"Offrite sacrifici al vostro Dio nel paese..." continua a dire il diavolo e nel dire questo non manca di sottolineare i vantaggi collegati alla sua proposta. Egli ci farà vedere che senza rinunciare alla religione potremmo avere una esistenza tranquilla e priva dei disagi del pellegrinaggio, ci farà anche vedere che "nel paese" potremmo continuare a godere i beni ed i frutti che si trovano in esso e cioè "la carne", gli "agli", i "poponi" e le "cipolle".
Nella "fiera della vanità" c'è merce per tutti e Faraone sa di poter riuscire nei suoi intenti quando presenta la "superbia della vita" e la "concupiscenza della carne e degli occhi" e i "piaceri del secolo" e poi la "gloria", la "ricchezza, "le voluttà", "la moda", "lo sfarzo", queste cose possono continuare ad essere vostre e assieme a queste cose, egli dice, potete avere la vostra bella religione; potete dividere il vostro tempo fra il cielo e la terra, fra le cose dello spirito e quelle della carne, fra l'adorazione al vostro Dio ed il servizio a me.
Vinti da queste parole seduttrici, i cristiani mondani aumentano ogni giorno e la religione per essi si trasforma in un comodo annuncio che lascia loro tutte le comodità del presente secolo e non toglie la possibilità di avere... la illusione della vita eterna. Essi non pensano che se questa ibrida unione fosse possibile, il Signor Gesù avrebbe lasciato al giovane ricco quelle ricchezze che costituivano l'unico legame alla sua vita di religioso verso la libertà; anche quel giovane avrebbe ricevuta la concessione di offrire sacrifici a Dio "nel paese" di Faraone e quindi, nell'esercizio di una vita moralmente ineccepibile, avrebbe compiute le pratiche devozionali necessarie a rendere concreta la sua pietà di credente.
Ma Gesù Cristo fece chiaramente comprendere a quel giovane, come d'altronde ad ogni candidato al regno dei cieli, che la schiavitù è inconciliabile con la libertà e di conseguenza che una religione che ci lascia sotto il dominio del principe di questo secolo non può avere comunione con la "redenzione cristiana".
Il Redentore è venuto per chiamare fuori di "Babilonia" coloro che vogliono portare i vasi del Signore, anzi che vogliono essere loro stessi vasi all'Eterno, e se Egli è uscito al Calvario con il legno dell'obbrobrio sulle spalle, lo ha fatto per darci la possibilità di seguirLo fuori anche di Gerusalemme, città della religione, ed essere con Lui, assieme a Lui crocifissi al mondo.
Una decisione s'impone: - Uscire o rimanere! La decisione ci fa cristiani o ci allontana da Cristo; se usciamo fuori dal mondo per seguire Colui che non è stato del mondo, noi siamo veramente redenti e godiamo la libertà di un cristianesimo autentico; se invece rimaniamo nel paese, noi siamo soltanto "sedicenti cristiani" ed anche se arriviamo a rivestire l'apparenza della pietà, non abbiamo, non possiamo avere in noi la potenza di essa.
Uscire o rimanere! Rimanere significa rendersi amici del mondo; significa essere adulteri nella presenza di Dio; significa anche amare il mondo e le cose che sono nel mondo, quindi significa non avere l'amore del Padre. Rimanere equivale a respingere il Calvario; è inutile sottilizzare intorno alle opere di quelli che RIMANGONO; è inutile far notare che la loro vita è schiava della vanità, schiava dei piaceri e dei vizi del presente secolo, schiava delle mode e delle consuetudini del mondo... È più semplice dire: - Hanno respinta la croce!
Se le donne cercano i cosmetici ed i belletti e se sono ossequenti ai dettami dell'arte dell'acconciatura o del vestiario, è soltanto perché sono rimaste nel paese, hanno rifiutata la redenzione. Se gli uomini cercano di conciliare la religione con gli spettacoli artistici o sportivi, se ancora sono sotto il dominio dei vizi comuni a tutti, è perché non sono usciti dal mondo.
Quindi, ripetiamo, è inutile analizzare queste spicciole manifestazioni di mondanità per arrivare a quelle ancora più sottili o più vaste come la cupidità della ricchezza, della fama, della gloria... Tutte queste cose esistono e tutte si trovano dove non è stata fatta una decisione positiva di fronte a Cristo.
"NON È CONVENEVOLE FAR COSI'..." disse Mosè a faraone; "Non è convenevole far così": dobbiamo decisamente dire di no al diavolo; questa religione nel mondo ci vuol togliere la redenzione cristiana e noi non possiamo, non dobbiamo accettarla.


tratto da un libro di Roberto Bracco
(testo di riferimento: Esodo 10:24)