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martedì 15 novembre 2011

TANTRA : L'EQUILIBRIO DI COPPIA




Afrodite è una divinità pagana e  incarna simbolicamente una delle molteplici funzioni assunte dall'energia vitale all'interno del corpo fisico. Il corpo umano è pervaso di energia. Quando  l'energia si esaurisce, il cuore cessa di battere e il corpo muore.

Il cuore è l'organo in cui fluiscono le due forme di energia vitale veicolate dal sangue  arterioso (prana), o venoso (apana) all'interno delle valvole cardiache che controllano il flusso e lo scambio delle molecole di azoto con quelle dell'ossigeno.

Per gli alchimisti  l'energia  vitale si suddivide  sul piano fisico in prana e apana, le due componenti del  Mercurio di fuoco che  permette l'apertura e la chiusura delle diastole e delle sistole, mentre sul piano mentale  l'energia vitale si manifesta come Eros (marte in ariete) e Thanatos (marte in scorpione).  Venere  è una funzione biopsicologica che si inserisce come mediatrice  tra i due flussi di  energia fisica e mentale, regolando  il giusto equilibrio di prana (Venere in Bilancia)  e  la giusta quantità di  apana nel sangue (Venere in Toro).


L'alchimia orientale che si esercita con lo yoga insiste da millenni sulla necessità di mantenere in equilibrio il prana (lo yang) e l'apana (lo yin), il  sole con la luna, il maschio con la femmina, il giorno con la notte. Se  la Venere in Bilancia, simbolo riconosciuto della bellezza estetica femminile, ha il dono di equlibrare il prana maschile di Marte in Ariete, è altrettanto vero che la paura di morire, di essere posseduti o minacciati (marte in scoprione) riporta al buon senso la placida ed edonistica Venere in Toro, attirata dai piaceri materiali, dall'ozio e dalla pigrizia.

L'equilibrio tra le due componenti dell'energia vitale avviene  sul piano piano fisico se si tempera  l'umidità dell'apana o la secchezza del prana con le tecniche respiratorie del pranayama e si trasformano  i "cinque soffi" presenti all'interno del corpo in "anemos ", il vento interiore, simbolo dell'anima che attraversa le corde vocali  (Eufrosine) e "bellezza interiore" che promana  dalle ghiandole e dalla pelle (Aglaia).  

Ma l'equlibrio si conquista sul piano mentale attraverso l'alchimia di coppia (Tantra). Venere sposa Dionisio, Dio dell'eccesso di prana e quindi delle orge e del piacere fine a se stesso, per temperare, canalizzare e trasformare la sua esuberante energia vitale  in consapevolezza, comprensione e coscienza di relazione (Il Bacco che Venere genera  con Zeus).

Dalla sua unione (yo-ga) con Dioniso  emerge un diverso metabolismo del soffio vitale (elan vital)  in grado di generare  lo splendore (Aglaia), la gioia (Eufrosine) e la sapienza dell'anima (Talia).

Esiste in Natura una combinazione infinita di Prana e Apana che dipende dal ciclo luni-solare e dal ciclo delle stagioni. Il corpo è natura e gli alchimisti del '600 affermavano che la Pietra Filosofale va cercata nella verdeggiante Natura, a significare la capacità biologica dell'organismo umano di vivere in perfetto equilibrio con il flusso dell'energia vitale universale.

Il digiuno quaresimale, il ramadan, le astinenze, le prescrizioni alimentari, i proverbi, lo studio empirico della metereologia, l'agricoltura bio-dinamica e le feste religiose, e prima di esse quelle dionisiache, svolgono un preciso scopo di  regolazione del prana e dell'apana. Nel periodo primaverile bisogna contenere il prana, con il digiuno,  mentre nel periodo invernale lo si deve incrementare con Bacco e Venere.

L'uomo esce dalla natura e dall'equilibrio naturale dell'energia  quando  l'energia mentale volitiva (la libido)  lo conduce a disobbedire a Dio, simbolo delle leggi naturali universali che regololano i cicli di morte e di nascita, di decadimento e di resurrezione del desiderio.

Nel momento in cui  il prana e l'apana stanno per giungere in equilibrio, attraverso una istintiva regolazione dell'attività o un sapiente dosaggio di  stimolanti naturali (vino, sesso,  condivisione...)  avviene una progressiva esplosione  dell'euforia, stato psicofisico in cui l'energia vitale si stabilizza nel cuore e produce una frenesia di emozioni che culminano nell'estasi dei sensi.

Eufrosine è quindi la gioia provata dall'anima nel periodo in cui  il sole congiunge la luna e il prana, in perfetto equilibrio con l'apana, genera   l'assoluta identità dell'Io con l'energia cosmica universale (il Sè universale).



Gli alchimisti inventarono un alambicco  per realizzare  l'equilibrio dell'energia vitale costituito da due recipienti tra loro comunicanti. Il liquido bianco (il seme sessuale maschile o il sangue adrenalinico femminile) viene surriscaldato, portato ad evaporazione e poi di nuovo condensato all'interno di un utero femminile. Il calore della madre viene temperato dall'acqua fredda (la conoscenza dei sentimenti corporei)  affinchè si formi la sostanza terrena, Hermes, sintesi della consapevolezza, comprensione  conoscenza delle relazioni simboliche create dal ciclo della luna con il sole, e , per riflesso, dell'energia spirituale individuale con l'energia spirituale universale.

Ciò significa che il discepolo alchimista deve  espandere l'apana (l'energia dell'anima) affinchè il suo cuore (il recipiente) possa accogliere il prana universale (la conoscenza dei saggi e degli illuminati) presente nella luce del sole.

CHAKRA.....LA VIA DELLA TRASCENDENZA


"L'uomo è qualcosa che può essere superato" dice Nietzsche e questa necessità di evoluzione costituisce l'imperativo di tutto lo Yoga. Infatti l'individuo pur avendo un corpo da essere umano porta ancora in sè le caratteristiche del mammifero, dell'animale da cui deriva.



Attraverso i simboli dei chakra è possibile percorrere la via dell'uomo, il sentiero di chi, pur trovandosi in estrema difficoltà, vuole uscire dalla propria ignoranza e trovare il senso della vita.



Ogni chakra, attraverso le sue linee, i suoi colori, parla degli ostacoli da superare, dell'oscurità in cui viviamo, ma mostra anche la costante presenza divina, pronta a porgere aiuto lungo la difficile ascesa.

Come vedere tutto questo? cosa rappresentano i simboli? essi costituiscono materia di esperienza, perchè pur non ricalcando la realtà oggettiva svelano i significati più profondi delle cose.




Si ritrovano nei racconti più antichi, nelle parabole, nei miti, nelle fiabe. Il simbolo è silenzioso ma universale.

Platone li chiama idee (la radice vid è identica a quella del sanscrito, da cui Veda, che significa "vedere", "conoscere"), Jung li chiama archetipi; Dante afferma che un testo può essere letto a differenti livelli, ma solo attraverso la dimensione simbolica è possibile svelarne il vero significato: il simbolo riassume in sé le caratteristiche essenziali di quel "qualcosa" che non è evidente sul piano dell'esperienza oggettiva.

Il linguaggio dei simboli è un linguaggio nascosto, in contatto con il nostro livello più profondo. Se l'uomo fosse pronto vedrebbe il simbolo in ogni aspetto del creato.

                                                    

Come ci si pone davanti a quella realtà che vogliamo conoscere in maniera sottile, superando le semplici apparenze?

In silenzio, percepiamo le forme con tutti i nostri sensi: guardiamo, osserviamo ed intanto sentiamo dilatare in noi un atteggiamento d'amore che si unisce ad uno stato di meraviglia, come quella del fanciullo che vede ogni cosa per la prima volta.

Allora tutto si espande e nello stesso tempo perde nitidezza: la materia non ha più supporto razionale, ma intuitivo e si scopre nella sua natura astratta. Non più aggregati di elementi, ma essenza sottile.