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giovedì 10 novembre 2011

RI-CREARSI O RI-INTONTIRSI ? SCOPRI IL " KUMBAKA "



Nacquero negli anni '70 in uno i primi villaggi turistici , che oggi sono diventati prassi consolidata per molte famiglie , desiderose di vedere organizzato il loro tempo dalla sveglia alla buonanotte ; infatti caratteristica di questi villaggi è quella di un ritmo ininterrotto di attività sportive ( vela , sci-nautico , nuoto , immersione , ..ecc) e ludiche ( danza , ginnastica , teatro , yoga , ...ecc) . 

Il sistema è congegnato in maniera tale di non lasciare spazio a " tempi morti " , si deve sempre in qualche modo essere impegnati in qualcosa , con il risultato che i giornali hanno cominciato a parlare di una sindrome patologica nota come " stress da vacanza" , che colpisce al  rientro dalle ferie . Si tratta di un collodiano " paese dei balocchi " , e li sappiamo che il biricchino Pinocchio si trasforma in " asinello " , Jiva (=besti ) appunto !

Il fenomeno segnala che quando l'uomo / donna è allontanato da se stesso ,  dal suo nucleo centrale e spinto a stare continuamente " fuori da se " , si espone inevitabilmente allo stress , anche in una situazione che dovrebbe essere di "divertimento ". Del resto la stessa parola (divertimento , dal latino "de-vertere " cioè  "cambiare direzione ") la dice lunga ; infatti  l'uomo/donna è invitato ad "allontanarsi " dal tran-tran quotidiano , dai soliti luoghi del lavoro , della sua città , per dirigersi "altrove " , "lontano", fuori dal mondo di tutti i giorni , e da ultimo fuori anche da se , catapultato in una sarabanda senza sosta di attività frenetiche elaborate con la deliberata volontà di impedirgli di "pensare ". Un tempo il divertimento era indicato con un'altra parola e cioè : RI-CREAZIONE , che ha ben altro significato . La " ri-creazione " , a scuola , al lavoro , le ferie estive , la stessa Domenica , ecc..indicava un momento di "SOSPENSIONE " , una " PAUSA " reale fra un'attività e l'altra .

Con il tempo tale pausa , tale sospensione , si è persa , sostituita da una forsennata attività meglio nota come divertimento , intorno al quale si è sviluppata una industria vera e propria di prodotti diversificati come viaggi , villaggi , trekking , mountain bike , sports estremi , pub , discoteche , ecc...ecc...attività peraltro condotte fino a notte inoltrata con conseguenze perniciose sulla resistenza psicofisica , un vero capolavoro di Matrix ( = mente egoica inferiore = Maya ).



Nello Yoga la respirazione ( pranayama )  è caratterizzata da 4 fasi e cioè :

Inspirazione (puraka) , Espirazione (rechaka) , e Sospensione ( kumbaka ) a polmoni vuoti  o a polmoni pieni  

Anche il respiro come vediamo si prende una pausa tra una fase inspiratoria ed una espiratoria , ..una vacanza ! Sappiamo cosa avviene nell'inspirazione , in essa  il corpo assume ossigeno , nell'espirazione emette anidride carbonica , ma non sappiamo cosa avviene nella pausa (kumbaka) , la pausa è caratterizzata solo dal silenzio , esattamente come quello spazio che c'è tra una parola e l'altra , un "vuoto " (sunya) . Ebbene quello "spazio" svolge una funzione importantissima nella sconfitta di "Matrix" ; infatti  la mente egoica inferiore ,  non sopporta gli spazi vuoti , in quanto in quelli non esiste ! Quegli spazi vuoti non le concedono ( a matrix ) alcun status symbol che accrediti la sua esistenza . 

Una società , soprattutto quella attuale basata sul rumore , sul continuo movimento , sul passaggio da un divertimento all'altro , su ore interminabili passate davanti a televisori e cinema,  fino a "divorare" lo stesso kumbaka notturno naturale , il sonno , rinnovando il mito della Medusa , il mostro con i serpenti sulla testa (=passioni scatenate ) che "pietrifica" con lo sguardo i malcapitati che entrano nel suo asse ottico, cioè gli uomini/donne catturati da matrix , attraverso lo  sguardo sempre ri-volto all'esterno e privi di " vita interiore ". Quando lo/a Yoghi/Yoghini entra in meditazione , abbassa le palpebre e rivolge il suo sguardo all'interno di se , fa proprio questo, il Kumbaka della vista , così facendo toglie potere alla Medusa . 

Di uomini/donne "pietrificati " del nostro tempo se ne contano a iosa ; infatti depressione , ansie , attacchi di panico , angoscia , sistemi cardiocircolatori in tilt , insonnia , ictus , ecc...sono in crescita esponenziale . Per questo motivo il Padreterno aveva dato loro (uomini/donne) lo " Shabbat ( il sabato ebraico ) , o la Domenica ( Dies Domini = Giorno del Signore ) appunto un Kumbaka , per ri-posarsi e ri-crearsi , nel silenzio della casa, dedicati agli affetti familiari , lontano dal chiasso e dei rumori di matrix  e perchè no ? A leggere ed ascoltare la Parola di Dio , le Sacre Scritture , altrimenti prende il sopravvento la " BESTIA" , che nel libro dell'Apocalisse è indicata dal numero " 666 " ; infatti  " Sei " (6) sono i giorni della settimana legati all'attività lavorativa e uno ,  il settimo (7) , dedicato al riposo . 



Nel racconto biblico della creazione il Signore Dio , dopo aver lavorato per 6 giorni , si riposò nel settimo , fece il suo Kumbaka , invitando l'uomo a fare altrettanto per riposare con Lui . Il settimo (7°) Chakra ( Sahasrara ) , nella fisiologia sottile dello Yoga è posto al di fuori del corpo , di poco sopra la fontanella cranica . Il 7° chakra è il centro del loto dai mille petali , il chakra del Samadhi ( estasi) dell'illuminazione , il chakra del giorno eterno , del settimo appunto , nel quale non tutti riescono ad "entrare " ( < multi vocati , pauca electi > < molti i chiamati pochi gli eletti > ) , non certo per divina volontà ( < Il Signore vuole che tutti si salvino > ) ma per volontà degli uomini/donne che non si danno pausa neanche nel 7° giorno , quindi il 6 si estende anche al 7 , il 7 scompare , rimane soltanto l'uomo/donna del sesto (6°) giorno , 666 , appunto la bestia , il jiva , cioè: la bestia incapace di accedere alla Spirito , rimane vittima nelle spire di matrix/medusa  , del suo respiro affannato e senza pause !

< Gli ebrei a causa dell'eccessivo lavoro ( fabbricavano mattoni per il faraone ) avevano il fiato corto > ( genesi ) , cioè : lavoravano sempre non avevano più Kumbaka .
Dice un antico proverbio : < Il lavoro nobilita l'uomo e lo rende simile alla bestia > appunto al Jiva (=bestia) di cui bisogna liberarsi ( = Moksa) con lo Yoga  !

                                                                Pratica Meditativa

- M'interiorizzo nel silenzio , osservo il respiro , soprattutto le sue pause (kumbaka) , 
  abbasso le palpebre ritiro (pratyhara) l'attenzione dal mondo esterno

- Mi concentro sul mondo interiore e focalizzo l'attenzione su di esso ( Dharana )

- Osservo la mia settimana lavorativa , i sei giorni , poi il "kumbaka" sabbatico , il giorno 
  di riposo , ed osservo quanto tempo ho dedicato al mio spazio divino

- Osservo se mi sono semplicemente divertito o invece ri-creato

- L'esercizio mi aiuterà a verificare se sono targato 666 o 777 , se sono una bestia o un 
  vero Figlio dell'Uomo e di Dio

Om shanti

Yogacharya Eknathananda

I KLESHA ...LE CINQUE SORGENTI DELLA SOFFERENZA UMANA


I "Klesha", le cinque sorgenti della sofferenza umana
Avidya, Asmita, Raga, Dvesha, Abhinivesha

Klesha in sanscrito, significa afflizione, sofferenza di carattere esistenziale dovuta alla non conoscenza della propria natura di Essere-Coscienza-Beatitudine assoluti (Satchidananda);  
Avidya è la radice di tutti gli altri klesha, definito ignoranza nel senso di nescenza o inconsapevolezza che porta a commettere degli errori che condizionano, di conseguenza, la nostra vita e l'intera esistenza.
Asmita è il senso dell'io individuale, “l'identificazione del Purusa con il città” (del nostro Sè supremo con il piccolo io); in tal modo condizioniamo la nostra Coscienza spirituale con le attività mentali e le vicissitudini quotidiane vivendo, di conseguenza, una vita di conflitti interiori ed esteriori. 
Raga é l'attrazione per qualcosa e si fonda sulla memoria del piacere; siamo attratti da qualcosa che in passato ci ha dato piacere, soddisfazione e viviamo in una perenne aspettativa di nuove simili esperienze; ma la vita e le situazioni cambiano, e sovente ci succedono imprevisti e contrasti inaspettati che ci causano frustrazioni, pentimenti ed afflizioni.
Dvesha è il contrario, ostilità, avversione, repulsione e si basa sull'insoddisfazione e dolore; dvesha si fonda a sua volta sul ricordo del dolore: tutto ciò che ci ricorda anche lontanamente esperienze negative e dolorose cerchiamo di evitarlo, ma non sempre ci riusciamo... 
Abnivesha viene definita attaccamento, istinto di sopravvivenza; questo attaccamento eccessivo, soprattutto in vecchiaia,  mette in moto quella particolare forza karmica che porta a reincarnarci in vite successive, anziché a liberarci e fonderci nell'Assoluto. Quindi è una forza molto potente contro la liberazione dello Spirito. 

I GUNA....LE QUALITA' DELLA CREAZIONE

« O Arjuna! Sattva, Rajas e Tamas: queste sono le qualità che nascono da Prakriti, e attraverso di esse viene imprigionata saldamente nel corpo l'Anima imperitura ed eterna. »
(Bhagavad Gita, XIV, 5)



Nel sistema filosofico Samkhya, per Guna si intendono le tre qualità costituive della Natura materiale, detta anche Creazione o Prakriti, principio cosmico femminile, contrapposta al Creatore Purusha che ne è il principio maschile. Al contrario di Purusha, l'uomo cosmico passivo, testimone e senza attributi, Prakriti è dinamica, sempre in movimento, in costante evoluzione e trasformazione; e i Guna (chiamati anche agenti o costituenti) sono le cause di questo movimento, le fondamentali modalità di manifestazione attraverso le quali l'energia di Prakriti si manifesta nella vita. Prakriti, nel suo stato primordiale di materia indifferenziata, presenta i tre Guna in perfetto equilibrio tra loro; la rottura di questo equilibrio porta ad una modificazione della sostanza primigenia: ciò che ne consegue è la manifestazione. I Guna, quindi, sono le diverse qualità della manifestazione.

Sattva è la materia originale, il primo gradino della manifestazione, la luce che costituisce il substrato dell'esistenza; infatti, sia nella Bibbia che nei testi sacri indiani, Dio crea la luce attraverso la parola. Questa luce primordiale è estremamente vicina all'Assoluto, e ciò le conferisce il potere di generare altra materia, Rajas, che inevitabilmente subirà un deterioramento rispetto alla materia originale; e Rajas a propria volta, attraverso un ulteriore degenerazione, darà origine a Tamas.

                                Le diverse qualità dei Guna 



La filosofia indiana, con la tipica esigenza di classificazione e la convinzione della corrispondenza Macrocosmo-Microcosmo, attraverso la teoria dei Guna spiega tutti gli aspetti della realtà psicologica, esoterica e fenomenologica. I Guna infatti sono numericamente infiniti, così come gli stati di coscienza, anche se per praticità vengono distinti in tre categorie funzionali :

Sattva : luminosità, consapevolezza, saggezza, salute, solarità, virtù, pace, calma, felicità, vita.

Rajas : passione, attività, eccitazione, desiderio, egoismo, attaccamento, oscillazione, instabilità, dolore.

Tamas : ignoranza, oscurità, indolenza, pigrizia, inerzia, staticità, illusione, apatia, indifferenza, morte.

I tre Guna si possono ritrovare identici in ogni aspetto dell'esistenza: nella natura e nella vita così come in tutti gli stati di coscienza. Così, quando prevale Sattva la coscienza umana è caratterizzata da uno stato di serenità e chiarezza mentale; quando Rajas è predominante, la coscienza diviene attiva, dinamica, volitiva e piena di energia; quando invece prevale Tamas la coscienza è inerte, immersa mell'apatia e nel torpore. Quest'ultimo infatti corrisponde all'elemento terra e rappresenta l'inerzia, la condensazione, la solidificazione, la tendenza al basso, cristallizzazione dell'energia invece "qualificata" da Rajas e "essenziata" da Sattva.

Così, gli individui tamasici (il pigro e l'inerte) esitano ad essere attivi, temendo di stancarsi o di fallire; gli individui rajasici (emotivi e passionali) si tuffano a capofitto nell'azione cercando risultati immediati, e rimangono delusi quando questi non arrivano come si aspettavano; mentre gli individui sattvici (le persone dotate di equilibrio mentale) sono attivi, considerando l'azione il loro dovere; il successo e il fallimento non disturbano la loro equanimità, poiché essi lasciano a Dio i frutti dei loro sforzi, consapevoli di essere solo strumenti nelle Sue mani.

Nel capitolo XIV della Bhagavad Gita si descrivono ampiamente le caratteristiche dei tre Guna e le loro differenti manifestazioni.

                                    Guna e liberazione

Sempre secondo la Bhagavad Gita, nonostante i Guna abbiano caratteristiche molto differenti tra loro (se non opposte) tutti e tre "legano", ognuno a proprio modo, l'anima al mondo :
le tendenze sattviche, generando attaccamento alla felicità ;
le tendenze rajasiche, generando attaccamento all'azione ed ai frutti che ne derivano ;
le tendenze tamasiche', inducendo uno stato di pigrizia ed indolenza .

I Guna sono quindi i primi responsabili del ciclo delle nascite e delle morti e della trasmigrazione delle anime da un corpo ad un altro (Saṃsāra). Come si è detto, l'uomo è imprigionato da queste tre influenze; egli si trova quindi in uno stato di dualità e sofferenza, dal momento che la sua anima è spirituale e non materiale. Solo quando l'uomo diverrà capace di esercitare l'equanimità rispetto alle tre influenze dei Guna, potrà liberarsi ottenendo così Moksha (la liberazione)


« Avendo trasceso le tre qualità della Natura, che sono la causa dell'incarnazione fisica, l'uomo è liberato dalle sofferenze di nascita, vecchiaia, dolore e morte; ed ottiene l'immortalità. »
(Bhagavad Gita, XIV, 20)


SATTVA , uno dei tre " GUNA " - qualità costituenti la manifestazione visibile -  contraddistingue l'essere in sè , l'esistenza in sè , l'essenza , l'intelligenza , la luce intellettuale , in riferimento all'equilibrio , l'armonia , la luce della purezza . 

Lo Yoghi attraverso la disciplina del corpo e della mente , eliminando l'AVIDYA - ignoranza spirituale - di TAMAS GUNA , vincendo le passioni di RAJAS GUNA , accede alla " Luce " di SATTVA GUNA, la " Luce " di VIDYA - conoscenza spirituale - , sperimentando così lo stato " edenico " -paradisiaco - della ritrovata unità interiore , quando il Maschile ed il Femminile nuovamente riuniti , permettono l'esperienza del SAMADHI , lo stato cioè di BODHISATTVA , o " CORPO DI LUCE " , che si manifesta quando il " Dio Interiore " di ogni essere , è " liberato " - MUKTA - dalle catene dei condizionamenti , delle illusioni , e delle false credenze della mente , responsabile di ogni " dualismo " .

La tradizione iniziatica di Occidente indica questo itinerario conoscitivo come : VIA PURGATIVA ( Purificatio ) , VIA ILLUMINATIVA ( Illuminatio ) , e VIA UNITIVA ( Contemplatio ) e questi tre stadi sono ben illustrati nel dipinto di Raffaello noto come " LA TRASFIGURAZIONE" .

Yogacharya Eknathananda